E’ PASSATO POCO TEMPO DA QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DI QUESTA 73a EDIZIONE DELLA MOSTRA D’ARTE DEL CINEMA DI VENEZIA. A CHIUDERE I BATTENTI LA MADRINA SONIA BERGAMASCO.LEONE D’ORO AL FILIPPINO LAV DIAZ
Sono arrivati i sospirati Leoni e la Coppa Volpi, ma il grande schermo della Laguna non si è ancora spento perchè verrà proiettato il film dei film che ha fatto la storia,”I Magnifici Sette”. Un minuto di silenzio per le vittime del terremoto e poi subito l’annuncio la parte del presidente Baratta e del direttore Barbara con Sam Mendes (presidente della giuria) per annunciare il Leone d’Oro al film del regista filippino Lev Diaz girato in bianco e nero che racconta la storia di una donna durante un momento difficile della storia di questo Paese. Intanto a Venezia è ancora in corso il Campiello, il tradizionale appuntamento letterario veneziano. Al Cine Cocktail, lo spazio per esordienti festeggia e i suoi cinque anni e commenta i risultati della giuria. Quest’anno gli sponsor erano Persol, L’Oreal, Rai, Moet & Chandon, Rapture, Canon, Radio Monte Carlo e Trenitalia. Un ringraziamento è andato a tutti i tecnici, gli attrezzisti, il personale di sala, all’ufficio stampa della Biennale, ai truccatori delle stars e agli stilisti che hanno vestito attori e attrici durante la cerimonia e per la passerella. Tra i più noti truccatori Davide Frizzi (National Make up artisti di Dior) che da anni si cura del volto delle più note attrici: da Natalie Portman, Eva Hrzegova,….con il suo stile le sue modelle esprimono un nuovo genere di sessualità e di glamour. Un ringraziamento è andato anche alle forze dell’Ordine che hanno vigilato su questa edizione del Festival evitando attacchi terroristici.
Un colpo al cerchio e un altro alla botte… “Mostra internazionale d’arte cinematografica”, recita il logo della 73° edizione, e quindi le quasi quattro ore di “La donna che partì”, di Lav Diaz, ci stanno tutte. Per un Leone d’Oro, come dire, d’autore, c’è comunque un Gran Premio della Giuria più da spettatore:” Animali notturni”, di Tom Ford, sarà anche superpatinato, ma è ben recitato e ben girato. L’ex equo per il Leone d’Argento, fra Konchalovsky e Escalante (“Paradise” e “La regione selvaggia”) lascia perplessi, come sempre avviene quando si mettono insieme film diametralmente opposti, mentre il Premio speciale della Giuria a Reietti, di Ane Lily Amirpour, dev’essere stato l’effetto di un colpo di sonno.
La Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile a Emma Stone (“La La Land”)strizza soprattutto l’occhio agli Oscar che verranno; perfetto invece il premio come miglior attore a Oscar Martinez (Il cittadino illustre). Altra strizzata d’occhio agli Oscar futuri, è quella che sNell’insieme, il Festival messo su da Alberto Barbera conferma un percorso che cerca di coniugare intelligentemente arte e industria, per dirla banalmente, ben sapendo che un film da festival non significa un film vietato al pubblico, se non altro perché, in caso contrario, Chaplin e Orson Welles, John Ford e René Clair, Fellini e Bergman avrebbero fatto un altro mestiere… Su venti titoli in concorso, una buona metà avranno nelle sale cinematografiche successo e questa è un’ulteriore riprova delle bontà delle scelte fatte.
Resta per gli italiani, la consapevolezza di una crisi generale della nostra cinematografia, pigra e ripetitiva, quasi incapace di uscire dalle strade più battute, oppure persa in un solipsismo fine a se stesso. Il fatto di non essere un Paese per vecchi, non autorizza a riempire lo schermo di giovani sfigati. “Qui si abusa” avrebbe detto Totò (ma i suoi erano film da Festival? Ah, saperlo). E poi ci si lamenta che i cinema chiudono….