PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA "SYMPHONIE MONOTON-SILENCE" DI YEVES KLEIN ALL'AUDITORIUM DI MILANO FONDAZIONE CARIPLO LARGO MAHER. CORO E ORCHESTRA VERDI
Che differenza c’è dal “Silenzio” di j. Kage e quello composto e scompsoto dell’artista Yves Klein, in occasione della mostra “Klein-Fontana. Milano e Parigi 1957-1962”, allestita al Muso del Novecento di Milano? Durante gli anni universitari a Venezia diedi un esame della Storia della Musica e a parte lo scritto all’orale portai il famoso “Silenzio” di Cage, un’intera facciata di un 33 giri di silenzio, perchè il “silenzio è musica”. Mi presi un 30, il professore era un tipo alternativo, ma molto competente e certamemente aveva carisma per convincere noi giovani ad addentrarci in un universo pressochè sconosciuto. Questa sera mi sono trovata davanti a una situazione analoga di esperienza, studio e performance insieme all’Auditoriun di Milano Fondazione Cariplo, sede dell’Orchestra Verdi creata dall’ex assessore alla Cultura, Luigi Corbani, nata al Conservatorio di Milano, nel 1993, oggi protagonista indiscussa del panorama culturale italiano.
Formata da Vladimir Deman e oggi guidata da Zhang Xian, l’Orchestra nacque quando la musica classica sembrava destinata ad avere un ruolo minoritario; un’opportunità di lavoro anche per giovani talenti. Furono 250 i concerti il primo anno e come direttori d’orchestra la Verdi ebbe anche Riccardo Chailly, direttore anche artistico. Nacque anche il Coro sinfonico diretto da Erina Gambarini e dall’Ensemble, la barocca dal Coro di Voci Bianche, dall’Orchestra amatoriale La Verdi e dall’Orchestra Sinfonica Junior per gli under 18. Colonna portante della Verdi sono i suoi Soci e la Fondazione Cariplo che ha acquistato l’Auditorium.
“Affrontare la mostra Fontana-Klein” inserendo la partitura dirompente “Symphonie Monoton-Silence” di Klein costituisce un parallelismo molto forte tra tra suono e visione basato sul concetto nell’unicità, della monocronia (il celeberrimo blu di Klein. Le opere dell’artista, 20 minuti intensi di orchestra e coro, seguono un accordo di re maggiore che, nel persistere dell’ascolto, diventa quasi ipnotico per l’ascoltatore e a questo seguono 20 minuti di silenzio”. Con queste parole, Rube Jais, direttore artistico della Verdi ha dato il benvenuto al pubblico in sala. I 20 minuti successivi partitura sono serviti a fare decantare la memoria di qulel note forti di Klein, una sorta di purificazione, di zen allo stato pure della forma artistica. Il coro e i 70 elementi dell’Orchestra diretta da Roland Dahinden. La sala piena di amanti della musica e dell’arte, incluso l’assessore alla Cultura Del Corno del Comune di Milano, sono stati in assoluta immobilità durante la prima e la seconda parte della performces. In questo modo Klein descrisse l’assenza musicale di suono nella sua composizione. Quando la diresse per la prima volta a Parigi, parteciparono alcune delle modelle “ennello” che l’artista nato a nizza nel 1928 e morto a Parigi nel 1962, non prima di avere montato alcuni film e lavorato a sculture di calchi in gesso di figure umane. Milano Cuore Europa ed Electa hanno con il Museo del ‘900, la Verdi, il Comune di Milano ed Electa.