PIU’ DI 200 LETTERA TRA SAINT EXUPERIY E SUA MOGLIE CONSUELO…L’AUTORE DEL PICCOLO PRINCIPE. EDIZIONI GALLIMARD

Un epistolario incueto e curioso, insaspettato. La pubblicazione delle quasi 200 lettere fra Antoine de Saint-Exupéry (1900-1940) e sua moglie Consuelo Suncin , sposata a Parigi nel 1931 (Correspondance 1930-1944, Gallimard, a cura di Alban Cerisier, 319 pagine, 25 euro), mette la parola fine a una lunga, sotterranea e a volte persino sordida guerra sentimental-editoriale che si scatenò già all’indomani della morte dell’autore di Il piccolo principe. Nel ricapitolarla nei suoi tratti essenziali, risulterà più evidente il valore e il significato di questo epistolario. Le lettere sono state all’asta. Ancora non chiaro chi le pubblicherà in Italia.

Nel 1930, dunque, quando Antoine e Consuelo si incontrano, non c’era all’apparenza nulla che potesse unirli. Entrambi trentenni, lui era grande e grosso, una sorta di orso un po’ goffo, distratto. Lei era minuta, una specie di Venere tascabile, latina, folti capelli neri, belle gambe proporzionate. Saint-Ex era al suo primo libro, una brillante promessa, ma non ancora il grande scrittore, un’infanzia felice alle spalle, una giovinezza irrisolta a cui l’aviazione aveva dato in qualche modo uno sbocco. Sotto questo profilo Consuelo era molto più pratica, molto più matura: figlia di un proprietario terriero, borsista universitaria negli Stati Uniti a 19 anni, vedova una prima volta a 21 e un seconda a 28, di un marito che ne aveva trenta di più, villa a Nizza, casa a Parigi, conoscenze nel milieu intellettual-mondano, grandi sarti, Poiret, scrittori famosi, Maeterlinck (autore de L’uccellino Azzurro), d’Annunzio, Cremieux, è la perfetta incarnazione di chi sa ciò che vuole…Eppure, paradossalmente, sarà più lei ad inseguire e ad attendere lui, più lui a indossare la veste protettiva dell’uomo di mondo, del dispensatore di certezze, della roccia a cui ci si può appoggiare.

Tra le foto che insieme a molte altre illustrazioni impreziosiscono le pagine di questo epistolario ce n’è una, bellissima, scattata nell’appartamento lasciato libero da Greta Garbo e divenuto il rifugio americano della coppia durante l’esilio volontario dalla Francia: Consuelo è sdraiata sul letto, un lenzuolo le copre appena il seno, ma lascia scoperte le spalle e il collo, i lunghi capelli sciolti, come se dormisse. Dietro la foto, un piccolo messaggio di lei, scritto a penna: “Non perdermi! Non perderti. A presto!” E’ un po’ il riassunto di una vita in comune, contro tutti e nonostante tutto.

Era stato, il loro, un ménage non tradizionale, altalenante eppure indistruttibile, fatto di doppie case, lunghe separazioni, tradimenti incrociati, ma i tre anni “americani”, dal 1941 al 1944, li videro di nuovo riuniti in una vita a due e circondati dalle cose che nell’esilio li avevano accompagnati: ricordi d’infanzia di lui, oggetti d’arte, manoscritti, disegni…Fra l’altro sono anche gli anni che vedono la nascita del Piccolo principe, la continuazione di Citadelle, che allora si chiama ancora Le Caid, la Lettera a un ostaggio,  le polemiche e le prese di posizione giornalistiche in relazione al ruolo e al peso di una Francia futura. Anni centrali e anni essenziali, insomma, e dove centrale e essenziale è Consuelo, “la rosa” cara al “piccolo principe” fin dall’inizio della loro storia d’amore. Ancora nel 1930, lui scriverà a lei: “C’era una volta un bambino che aveva scoperto un tesoro. Ma questo tesoro era troppo bello per un bambino i cui occhi non sapevano comprenderlo bene né le sue braccia contenerlo. Allora il bambino divenne malinconico”.

All’indomani della morte di Saint-Exupéry, il 31 luglio del 1944, prese l’avio un’opera di riscrittura che proprio sulla base di quella favola di successo tendeva a sostituire un santino un po’ melenso e un po’ innocuo a ciò che prima di esso c’era stato: l’aristocratico cantore del cameratismo e della vita come dovere e come missione, l’avventuriero tutto fremiti e passioni ideali, dispregiatore dei bisogni e dei desideri materiali di massa; l’intellettuale fedele alle amicizie al di là delle diverse scelte ideologiche; il teorico di una democrazia elitaria…In quest’opera di riscrittura, nemmeno per Consuelo c’era posto, ovvero per i tradimenti, più di lui, per la verità, che di lei, e le riconciliazioni, la possibilità di una libertà totale e allo stesso tempo di un legame indistruttibile, a volte amaro e altre volte crudele, proprio di due persone in carne e ossa, non di due simboli, uno positivo e l’altro negativo, e straordinariamente moderno, antiborghese.

La famiglia Saint-Exupéry, del resto, non aveva mai visto di buon’occhio questa ardente e piccola salvadoregna che per quattordici anni era stata la compagna ufficiale dello scrittore. Era stata sempre ritenuta un corpo estraneo, Consuelo, qualcosa che esisteva, ma che si preferiva non nominare, lontana mille miglia dalle abitudini e dal decoro di un cognome che portava con sé la vecchia aristocrazia di campagna, decaduta, ma sempre legata a uno stile, a un codice, a un comportamento.Nel 1949, quando uscì la prima biografia su di lui, l’unica traccia di lei fu rinvenuta in una riga nella quale si diceva che sì, Saint-Ex era stato sposato…Ironia della sorte, l’autrice del volume era stata l’ultima delle sue molte amanti…

Nel tempo, l’operazione riscrittura continuò, facendo sempre più impallidire il ruolo di Consuelo, derubricata a una via di mezzo fra “un uccello da preda” inseritosi a forza nella vita di un eroe romantico, e una svampita, incostante e disinibita bellezza esotica, una sorta di “uccello da voliera” che per un po’ ne era stato il tormento e/o il trastullo. All’ennesima biografia-maquillage, lei prese carta e penna e scrisse alla madre dello scrittore: “Credete che vostro figlio sarebbe contento di sapere che negli ultimi quattro libri pubblicati su di lui sia stato sminuito o nascosto che fosse sposato, che mi ha amato, che ha vinto tutte le tentazioni, che ha scritto per me una preghiera?”. La preghiera, che ritroviamo nella Correspondance ora pubblicata, e che pubblichiamo a parte, taglia un po’, come si dice, la testa al toro…

Consuelo morì nel 1979. Nel Duemila, in occasione del centenario della nascita dello scrittore, l’esecutore testamentario di lei pubblicò il dattiloscritto, Le roman de la rose,  in cui veniva raccontata la loro storia d’amore, perché se era vero che, secondo il ricordo di Louise de Vilmorin, Saint-Ex era stato “il mago della nostra giovinezza”, era altrettanto vero che di quel mago Consuelo era stata poi l’ispiratrice.

A Le roman de la rose, 27 traduzioni per il mondo che riportarono Consuelo de Saint-Exupéry al centro dell’attenzione e della vita del marito si aggiunse sei anni dopo una grande mostra, “Antoine et Consuelo: Objets d’une vie”, in cui quei quattordici anni di vita in comune si delineavano lungo foto, documenti, oggetti, memorabilia…Lo scadere di diritti d’autore, due anni fa, ha infine permesso la riunione, come dire, di una coppia tanto unita in vita quanto, post-mortem, la si era voluta separare…”Ti ho fuggita e cercata” scrive in una delle lettere Antoine; “Mio orologio di sabbia, respiro e cammino con te” scrive in un’altra Consuelo. “Tu non sei solo” dice ancora lei. “Ricordati che ho scommesso su di te” replica a distanza lui. Ed è in fondo la storia di una vita.

Ecco le lettere…erano 17…

Antoine a Consuelo. Algeri, 1° gennaio 1944.

Preghiera che deve dire Consuelo ogni sera

Signore non vale la pena che vi affatichiate troppo. Fatemi semplicemente come sono. Sembro vanitosa nelle piccole cose, ma, nelle grandi cose, sono umile. Sembro egoista nelle piccole cose ma nelle grandi cose, sono capace di dare tutto, anche la mia vita. Sembroimpura, spesso, nelle piccole cose, ma non sono felice che nella purezza.

Signore fatemi simile, sempre, a quella che mio marito sa leggere in me.

Signore, Signore salvate mio marito perché egli mi ama veramente e perché senza di lui io sarei troppo orfana. Ma fate, Signore, che di noi due sia il primo a morire, perché ha sì un aspetto molto solido, ma si angoscia troppo quando non mi sente più fare rumore in casa. Signore, risparmiategli innanzitutto l’angoscia. Fate sì che io faccia sempre rumore in casa, anche se dovessi ogni tanto rompere qualche cosa.

Aiutatemi a essere fedele e a non vedere quelli che egli disprezza e che lo detestano. Questo è per lui fonte di disgrazia perché ha fatto la sua vita in me. Proteggete, Signore, la nostra casa.

Vostra Consuelo

Amen

 

Consuelo a Antoine, New York, fine dicembre 1941, le 4 del mattino

Tonnio,

Perché, un giorno, ti ho visto una lacrima che veniva da molto lontano, dal paese dove tu dormi, da lì dove tu soffri, da lì dove ti nascondi, ho conosciuto l’amore. Ho saputo che ti amavo. Ho saputo anche tutta l’amarezza dell’amore in una lacrima, in un secondo. E immediatamente ho rinunciato a sposarti a Buenos Aires. Come si rinuncia, quando si è bambine, ad attraversare la camera nera per guadagnare il proprio letto, il proprio amico, i propri giochi, la propria luce.  Ti parlo di questo, marito mio, perché questa notte ho paura del nero, ho paura di non raggiungere il mio letto, la mia luce, la mia pace (non attraverserò la camera nera? Così vicino ai miei fiori, la mia musica, le tue mani, non attraverserò la camera nera, cadrò?), così vicino alle tu mani. Il mare mi culla ancora, davanti ai tuoi occhi, davanti al biancore di queste camere di New York. Prego il signore per noi. Ho voglia di fare un gesto che mi liberi. Marito mio, ti abbraccio. Lavora bene, amo il tuo libro, amo la vita. Tua Consuelo

Alghero, Sardegna, fine giugno 1944

Mia piccola Consuelo, mio amore,

(…)Penso che saranno in molti a essere contenti se vengo ucciso. Ma vedi, Consuelo mia, avrò mostrato che si può amare il proprio Paese e fare il mestiere della guerra nel modo più duro senza essere partigiani della guerra civile tra francesi, sena accusare di tradimento tutti quelli che con difficoltà si sforzano di salvare qualcosa della sostanza del Paese e non provano gusto né per l’odio né per il berciare politico. Consuelo mia, se sono ucciso, non sarò triste che a causa tua. Come in Libia. Quanto a me, mi è indifferente(…) Cara, piccola Consuelo, prega per il tuo Papou che fa la guerra nonostante la sua lunga barba bianca e tutte le demolizioni del suo corpo.. Prega non tanto per salvarlo, ma perché trovi la pace e non si angosci giorno e notte riguardo alla sua pimpinella che gli sembra così tanto più minacciata di lui. Piccola mia, come ti amo!


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