RYAN GOSLING CON IL FILM "LOST RIVER" DENUNCIA LA FINE DI UNA CITTA' COME DETROIT E INVENTA UNA CITTA' ABBANDONATA SOPRA UN LAGO SOMMERSO. SFILANO LA MARCEAU, DAWSON, HEARD E COTTILLARD. FESTA PER I 50 ANNI DI WESTERN ALL'ITALIANA
La giornata finale di domenica del Festival di Cannes si avvicina e la giuria sprigiona una certa tensione. Non per questo non ci sono ancora novità in arrivo, come il film di Asia Argento dal titolo “Incompresa”, proprio al femminile. Infatti pare che la pellicola racconti la sua vita seppur in maniera un po’ camuffata e ancora una volta ci troviamo di fronte a una monografia, del resto anche gli scrittori più noti cascano in questa “necessità” o “narcisismo”; c’è chi considera questo sistema una specie di psicoterapia. In ogni caso Asia, figlia d’arte finora non ha deluso. Sharon Ston (“The Searche”) e, Bérénice Bejo (nel film che sottolinea l’indifferenza dei bambini colpiti dalla guerra, un’ulteriore accusa alla Russia per la questione della Cecenia. Sbdul, il ragazzino, nel film esprime bene con gli occhi sperduti la rassegnazione e il terrone al tempo stesso. Ha un po’ deluso invece il film di Ken Loach, in cui accennavo già ieri della storia dell’aperura di una Sala da Ballo in Irlanda negli anni Trenta. Il protagonista tornando dall’America ha fatto una scelta che gli stava a cuore da tempo, questa Sala da ballo, ma si scontra con la gerarchia ecclesiastica e i suoi punti di vista…Nulla a che vedere con il puritanesimo scattato in un periodo diverso in America.
Ma approfondiamo il film di Rayan Gosling, il regista americano di “Lost river”. Il protagonista vive in una città semi-abbandonata dove c’è molta violenza…una sorta di città sotterranea con sotto un lago un tempo alimentato da un foume che è stato deviato dagli uomini e interrato per ragioni edilizie speculative. Un tempo il protagonista era vissuto in una città come poteva essere Detroit , capitale automobilistica, ora abbandonata, la gente è scappata…Molti sono gli effetti speciali e il sadismo di alcune scene. In ogni caso il regista è molto apprezzato, vedremo il risultato della giuria, ma ho qualche dubbio per quanto mi riguarda. Impazzano le feste con Sharon Stone, Bérénice Bejo (entrambe in “The Sarch” di Azanavicius), Sophie Marceau impegnata in una cena selezionatissima, Rosaria Dawson nella “Vip room, Leonardo di Caprio al Gotha Club. Marion Cotillard , sempre brava e applauditissima, ha risfilato e si è unita ad amici per festeggaire il bel film di carattere sociale sulla crisi. Un inno alla solidarietà. Arriva anche Asia Argento con il suo film “Incompresa”, un po’ monografico, ma pare fatto bene. E’ la storia di una bambina che si chiama Aria che vede i suoi genitori litigare perché in crisi; questo le provoca dei disagi. Due sorelle la tiranneggiano e lei non si sente amata e scappa con il gatto e la volpe… Bello il linguaggio del film di Xavier Dollan, regista canadese presente con “Mommy”. Ancora una volta un giovane ragazzo è il protagonista che biene espluso da una scuola perché l’ha incendiata. La madre lo ama e cerca di aiutarlo, combatte per lui, ma poi in base a una legge lo affida a un istituto che si prende cura di lui, perché non riesce a curarlo. Da questa specie di prigione cercherà di fuggire….”Più buio di Mezzanotte” di Riso con la brava attrice di Catania h aportato un po’ di vento italiano all’insegna della “Mucca assassina” o “La Mucca pazza”, come secondo appellativo. Il film sembra dire ai genitori di amare comunque i loro figli nonostante le diversità. L’attrice lo ha fatto e dopo anni a Roma si è riconciliata con i suoi e ora vive a Catania in famiglia. Moti di ribellione…
Ciò che continua ad essere apprezzato è la storia del western anche se il cinema è cambiato, “Per un pugno di dollari” è stato un capolavoro, grazie anche a Clint Eastowood (assomigliavo molto a mio papà che purtroppo non ho potuto avere accanto a me, almeno, è stato accanto a me solo un anno e poi è morto) e il Festival di Cannes festeggia la nascita. Cinquant’anni di vita, di storia, tutta italiana su territorio straniero. Quante sono belle le scene di Sergio Leone, e le musiche di Moricone erano un capolavoro! Così la Cineteca di Bologna ha portato a Cannes “Per un pugno di dollari” del 1964. Il sigaro tra le labbra, la barba non curata, il poncho, il ghigno sprezzante di chi sembra non avere paura di nulla. Anche i colpi sparati al petto ma che lo fanno rimanere sempre in piedi. Un metro e novanta, nel paese di San Miguel al confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Clin non sapeva che con quella sua andatura, quella sua camminata, apriva una sezione importante della storia del cinema.
Leone aveva firmato il capostipite degli “spaghetti western”. Si era ispirato a “La sfida del Samurai del grande maestro giapponese Akira Kurosawa (che in un occasione citò Leone per plagio). Leone all’inizio si firmò con uno pseudonimo, con il nome d’arte del padre, Bob Robertson. Il film fu presentato in America nel 1967 facendo la fortuna della United Artists. Per Leone priva venivano i sensi, poi seguiva la riflessione e con questo schema ha creato grandi capolavori. Così Cannes festeggia il western. adorato da Quintin Tarantino. Intanto a in Italia, viene nominata la madrina del Festival del Cinema di Venezia, ,Luisa Ranieri. L’attrice aprirà la chermesse il 27 agosto e sarà presente alla chiusura di cerimonia al Lido il 6 settembre per la 71 esima edizione. Eppure anche se quella di Cannes è la 76esima edizione, il Festival veneziano del Conte Volpi di Misurata fu interrotto per cause di forza maggiore che tutti sanno. Iniziò in Piazza San Marco.