ECCO IL SECONDO FILM ITALIANO IN CONCORSO, QUELLO DI ANNARITA ZAMBRANO “DOPO LA GUERRA”
Dedichiamoci un po’ ai film di casa nostra, quello di Annarita Zambrano in concorso nella sezione di “Cèrtain Regard”. Altra storia per meglio specificare..è in concorso in questa sezione…. Protagonista il a quanto pare bravo Giuseppe Battiston ( a me è antipatico e lo trovo monocorde). Si parte da Bologna, la città dove mia figlia studia cinema. La città di Morandi e di Dalla per dirla all’italiana. Intanto Nicole Kidman viene premiata per la più alta comparsata in quattro film a Cannes e batta alla grande la Huppert (antpatica come pochi!)… Veniamo al fil politico in questione.
Vent’anni. E’ il tempo che ci mette il terrorismo di ritorno a battere alla porta di ormai vecchi militanti rivoluzionari fuggiti dall’Italia in Francia, e a chiedere il conto per le loro vite passate. Ma sono ancora le stesse persone? E se invece in quell’arco di tempo sono mutate, restano ancora responsabili per ciò che, in un’altra epoca, hanno fatto e sono stati? A giudicare dal protagonista di Dopo la guerra, il film di Annarita Zambrano in concorso ieri al “Cértain Regard”, è cambiato tutto e però tutto è rimasto come prima. Ha avuto una figlia, ha intrapreso una carriera di professore universitario, ma continua a ritenersi il soldato di una guerra perduta, e non vuole scendere a patti con lo Stato italiano che ha combattuto. Non si è pentito, né dissociato, non sente il bisogno di pagare per le scelte che lo portarono alla clandestinità e alla lotta armata.
Adesso che un nuovo delitto brigatista, l’assassinio di un professore universitario, lo chiama in causa come possibile mandante, e lo Stato francese che fino a ora lo aveva protetto non lo difende più e si dichiara pronto alla sua estradizione, non resta che fuggire. C’è però con lui la figlia sedicenne, che, pur volendogli bene, di fuggire non ne vuole sapere e di condannarsi a un’esistenza nascosta e in un altro Paese, nemmeno…
Dopo la guerra prende ispirazione dall’assassinio, a Bologna, nel 2002, di Marco Biagi, il professore universitario autore delle legge sulla riforma del lavoro. Un comando delle Brigate rosse Partito comunista combattente, gli sparò alle spalle, per strada. Fu allora che la Francia archiviò la cosiddetta “legge Mitterrand” e accettò l’estradizione per alcuni esuli politici italiani condannati in contumacia nel nostro Paese. Uno di essi, Paolo Persichetti, è tutt’ora in carcere, un altro Cesare Battisti, fuggì in Brasile dove ancora si trova.
“Inizialmente il mio film si svolgeva tutto in Francia –dice Annarita Zambrano- ma poi mi sono resa conto che non potevo evitare l’Italia. Poiché Marco, il protagonista, non si sente colpevole, bisognava che qualcosa della sua colpa non assunta ne prendesse il posto e riguardava la sua famiglia, i ricaschi dolorosi che quella scelta, nel passato come nel presente ha avuto sulla sorella, sulla madre…”
A interpretarlo è un sobrio quanto convincente Giuseppe Battiston. “Volevo evitare ogni possibilità di romanticismi, soprattutto, come a volte ho verificato in Francia, quella sorta di fascinazione che si ha per figure del genere, l’ex terrorista bello e barbuto,, tenebroso, una via di mezzo fra il Che e Carlos…Volevo qualcuno il cui fisico facesse capire quanti la vita l’avesse percosso”.
Cominciato con un assassinio, il film termina con un”incidente” mortale. Viola, la figlia che non vuole fuggire, getta dal finestrino dell’auto i falsi passaporti con la loro nuova identità. Nel cercarli sulla strada, il padre verrà falciato da una macchina in corsa…”E’ una sorta di parricidio travestito da incidente, liberarsi di un passato e di una storia che lei non ha scelto” dice ancora Annarita Zambrano.Opera prima 130 mila Euro.
Ben girato, senza sbavature, Dopo la guerra racconta un passato italiano archiviato senza in fondo essere mai stato affrontato: gli opposti estremismi, la “strategia della tensione, i servizi segreti deviati, una “guerra civile” non dichiarata , ma strisciante, nata su un brodo di coltura che troppo a lungo equiparò la lotta armata a una nuova resistenza… Dopo la guerra….fa riflettere e pensare a tutti quei fatti politici che hanno percorso e invaso Bologna, Bologna la rossa…con le sue cooperative a flotte e chi più ne ha più ne metta. Una città che non fa sconti agli studenti…affitti in nero o stamberghe a 700 Euro di 35 metri…anche questo è il comunismo di Bologna.