SENTIERI D’ACQUA PER LETIZIA FORNASIERI ALLA GALLERIA RUBIN DI VIA SANTA MARTA
Sono anni che conosce il lavoro di Letizia Fornasieri e devo dire che continua a stupirmi apartire dai tempi in cui riusciva con i colori ad impastare i palazzi di Milano offrendo un’opera tra l’astrattto e il fifurativo. Deliziosi i suoi acquarelli e anche i tram di Milano..gialli, come devono essere. Durante il Salone del Mobile alla Galleria Rubin di Via Santa Marta angolo San Maurilio, saranno esposti i lavori di un bravo design giapponese che sembra avere un po’ troppo ammirato Franco Albini, ma è bravo e la sua poltrona troneggia all’ingresso dello spazio, così come le sue sedie. I lavori della Fornasieri torneranno dopo questo delizioso intermezzo.
Letizia Fornasieri inaugura la sua quinta mostra personale alla Galleria Rubin, nuovo capitolo di un ininterrotto sodalizio artistico iniziato nel dicembre del 2000. In questi quasi venti anni, l’artista ha continuato a lavorare con entusiasmo e creatività, occupando una posizione ben visibile nel campo della pittura figurativa italiana. Alle mostre alla galleria Rubin e in altri spazi privati in Italia e all’estero, hanno fatto eco impegni su larga scala in spazi pubblici come il Palazzo della Ragione di Mantova o il Museo Diocesano di Milano e l’assidua presenza nelle fiere nazionali.
Partendo da un’iconografia molto concreta e realistica, basata sull’osservazione del proprio contesto e rappresentata da opere ormai “classiche”, come i tram o gli scorci di un ambiente domestico osservato con tenerezza e malinconia, nel tempo il linguaggio pittorico ha preso il sopravvento sull’immagine, il colore e il gesto si sono emancipati senza venir meno a un desiderio di raccontare.
E’ iniziato qualche anno fa un ciclo di quadri sul tema della campagna, iniziando dalla Toscana di cui è frequentemente ospite, risalendo alla Lomellina e alla Bassa Padana, tutte zone molto caratterizzate e che, in qualche modo, hanno avuto un effetto sulla maniera stessa di dipingere. Dalle asciutte e crude colline senesi, che l’artista ha affrontato con una pittura rapida su una superficie poco aderente come il forex, con risultati di una lievità ed immediatezza che somiglia all’acquerello, è poi passata a rappresentare le più vicine pianure lombarde, lavorando sulla tela e affidandosi sia alla sovrapposizione materica che alla sottrazione con appositi diluenti.
Il risultato è di opere molto ricche, con una varietà di toni e modulazioni che testimoniano di una piena maturità nella rappresentazione del paesaggio. Queste ultime pitture, in particolare, si concentrano sul tema dell’acqua: rogge, canali, stagni, che polarizzano lo sguardo con effetti di luminosità e che attraversano la tela, quasi squarciandola, con diagonali abbaglianti. Il paesaggio rurale si mostra nella sua logica, geometrica e lucida suddivisione: campi, radure e boscaglie si specchiano nell’acqua, la natura e il lavoro umano, sono restituiti sulla tela attraverso meticolose sovrapposizioni o coraggiose e libere pennellate che ricordano l’action painting.
La mostra propone una quindicina di tele di vari formati.