THE HOUSES OF BEIRUT. OGGI ALLE 17 SI TERRA’ LA PRESENTAZIONE E LA VENDITA DI UN LIBRO ECCEZIONALE, ARTISTICO E STORICO AL TEMPO STESSO, ORIGIANLE , UNA RIEDIZIONE DEL 1997 PER RICORDARE BEIRUT E I SUOI MORTI DOPO LA TERRIBILE ESPLOSIONE. L’EVENTO SI TERRA’ A MILANO ALLA GALLERIA DI STEFANO BRANCA
“Book e poster sale to save the houses of Beirut” oggi 16 dicembre alle ore 17 -fino alle ore 21 alla art galera san soda in Corso Sempione 33 a Milano.
“The houses of Beirut” era inizialmente stampato nel 1997 da Nayla Audi per le sue figlie e tutti i bambini del libano, per preservare la memoria delle case tradizionali libanesi.
Stiamo parlando di case e palazzi stupendi circondati da grandi giardini, ricchi di fiori e piante, le cui cancellate erano di per sè veri e propri ornamenti. Beirut non deve andare perduta, crocevia di guerre e vittima di mille corruzione. Ma è arrivato il momento di dire basta se le potenze mondiaili si mobiliteranno.
Questo cuscinetto di terra ha fatto per anni da spartiacque tra regioni in guerra tra loro e ne ha pagato tutte le conseguenze. Con l’augurio che questo libro possa essere presentato in tutta Italia e non solo, ci sarà pure un momento dove si potrà tornare in Libano con sicurezza. Il turismo era economicamente un grande sostegno come pure il commercio che arrivava dal suo immenso porto.
Solo 24 anni dopo, in seguito all’esplosione del 4 agosto, Yasmine e Julie decidono di publicare una nuova edizione del libro, insieme a manifesti e donare tutto il ricavato per ricostruire, restaurare e conservare il patrimonio di Beirut.
E essere specialmente sicuri che i colori e i tesori della nostra città rimangano per le generazioni a venire .
Il ricavato della vendita aiuterà “ Beirut Heritage Initiative”, un collettivo indipendente e inclusivo, nel continuare la sua missione di preservazione e restauro del patrimonio architetturale della città devastato dall’esplosione del 4 agosto.
Il libro contiene per ogni pagina una casa storia della capitale del Libano. Il volume è in cartone rigido e le due ragazze davanti alla tragedia dopo le esplosioni, hanno pensato di vendere il volume i cui proventi andranno a Save the Beirut…..Beirut Eritage Initiative.
Un collettivo indipendente ed inclusivo nato per necessita per colmare un vuoto tra finanziamenti e coordinazione.
BHI è organizzato intorno a una squadra di esperti e professionisti con talenti complementari, tipo l’ordine degli ingeneri e architetti di Beirut (OEA) e il Beirut built Heritage Rescue 2020 (BBHR”) e altre ONG specializzate in patrimonio culturale.
Dall’agosto 2020, sono iniziati i lavori per ricostruire la storia di questa città anche con immagini, visto e la maggior parte dei palazzi e dei giardini, delle case, non ci sono piu’, persino una grande fetta del porto è scomparsa. Questa Squadra di Esperti si sono organizzati organizzati e con grandi sforzi hanno realizzato il lavoro in 3 fasi:
Sostegno e coperture di emergenza, riparazioni parziali e completa ristrutturazione del patrimonio immobiliare colpito dall’esplosione.
La comunità libanese attenda ancora ora finanziamenti non solo privati ma anche internazionali, come promesso da grandi Stati per la salvaguardia del patrimonio dell’Umanità.
Le case di Beirut vanno salvate, il patrimonio culturale di questa città, considerata un tempo la Svizzera medio-orientale, dove da re e regine, presidenti, attori illustri, registi, cantanti vivevano e passavano le loro vacanze. Casino’, cinema e teatri erano sempre pieni e la vita era uno spettacolo. Le banche erano un vero forziere internazionale.
Poi la storia politica e geopolitica, le guerra, la cattiva amministrazione, la corruzione dei governanti ha distrutto un paradiso andato perduto, ma le sue case meravigliose, antiche e i suoi giardini con le famose piante di cedri, questi li rivogliamo ancora.
Il libro oltre ad essere un aiuto per la ricostruzione è anche un pensiero alla memoria di quanto hanno lasciato la vita per quelle esplosioni che hanno rso al suolo la città. Ancora ora spesso manca la luce, gas e gli ospedali rimessi in piedi in qualche modo non possono lavorare.
La Galleria d’Arte di Corso Sempione 33 a Milano e’ di Stefano Branca che l’ha messa a disposizione per l’evento.