TRE MOSTRE INCREDIBILI A PARIGI: "JOSEPHINE", "L'ORIENT EXPRESS" E "MOSCHETTIERI !", MA ANCHE "MAPPLETHORPE" AL MUSEO RODIN
Arrivo dal Montreux Jazz Cafè e di corsa attraversi i meravigliosi e fioriti giardini del Luxemburgo perché il giovedì la mostra dedicata a “Josèphine”, l’imperatrice, moglie di Napoleone, rimane aperta fino alle 23 di sera. Di fronte, imponente il Senato. Mentre gli amanti della corsa godono di una luce straordinaria alle 21.30 beneficiando della frescura delle piante. Lo spazio espositivo non grande, ma tutte le mostre che ho visto qui hanno un sapore particolare come quella sui luoghi scelti da Cèzanne per i suoi quadro. Amo Cèzanne, non solo perché è il padre dell’arte moderna, ma anche perché è del mio stesso segno, il Capricorno…un po’ di orgoglio e di narcisismo quando sono confessati non guastano. Scherzi a parte la mostra che si avvale di numerosi prestiti è una vera delizia così come lo è la mostra del fotografo Mapplelthorpe al Museo Rodin ricco di statue dello scultore anche all’esterno e fornito di un delizioso parco con fontana ricca di ninfee e poltrone (Chaise longue) sulle quali rilassarsi. Si entra da Rue De Varenne, la zona dei Ministeri, delle ambasciate, degli uffici ei politici e anche dell’Istituto Italiano di Cultura. La zona mi è particolarmente cara perché per anni prima di avere casa andavo sempre con i miei bambini e con il loro papà all’Hotel Saint Simon (vicino c’è anche l’omonimo ristorante); un luogo nel quale mi sono rifugiata per anni per la delizia delle sue stanze, dei suoi terrazzini verdi e per l’arredo da tipica bomboniera francese. La palazzina è bassa e deliziosa, il gusto non manca e anche quando ci andavo perché dovevo lavorare a Parigi, quando rientravo in albergo mi sentivo come a casa.
Tornando al Museo Rodin, consiglio di andare alle sue spalle in Rue Babylone dove si trova la casa in cui ha vissuto Yves Saint Laurent e dove è morto. C’è una targa, non si può sbagliare. Accanto sempre sullo stesso marciapiede c’è un locale che si chiama La Pagode, è anche un cinema, un luogo di cultura con uno splendido giardino all’orientale con tanto di sedie e tavoli all’esterno (connessioni di w.f), il tutto sotto i tetti a pagoda di un’antica palazzina cinese o giapponese di dimensioni non indifferenti. La via è una delle più belle di Parigi, ricca di negozi eleganti e porta a Place Sulpice dove c’è la stupenda chiesa dalla quale prende il nome la piazza. Torniamo alla deliziosa mostra su “Josèphine”, donna meglio vestita di tutto l’Impero che il giovane Napoleone innamoratissimo sposa il 9 marzo del 1796. Di questo amore vi sono le lettere del Generale alla bella e intelligente Josèphine; allora lui non era ancora generale. Si stabiliscono dopo il matrimonio in Rue Chaterine, diventata Rie de la Victoire nel 1797. La palazzina è bella e l’ex moglie del visconte Alexandre de Beauarnais (presidente dell’assemblea costituente prima e dopo comandante dell’esercito del Reno, colui che collocò Josèphine nelle file del potere. L’avvento del Terrore, aveva condotto entrambi all’arresto. Il marito venne ghigliottinato e Josèphine viene liberta il 6 agosto nel 1796 e si trasferisce nel quartiere alla moda di Chaussèe d’Autin e comincia a frequentare personalità del mondo politico e finanziario. In questo modo conosce il futuro Generale Bonaparte. Dal visconte ebbe due figli, Eugène (1781) e Hortense (1783). Fu un matrimonio non felice, tantè che si separarono presto. Josèphine tornò in Martinica dove nacque il 23 giugno del 1763 a Les Tris Iles, Marie Joseph Rose de Tascer de La Pagerie; la futura imperatrice veniva chiamata da napoleone “Rose” o “Yeyette”. Nata da proprietari di piantagioni a Fort Royal, oggi Fort de France, riceve una rigida educazione presso Le Dames de la Provence” e a 16 anni viene mandata a Parigi per sposare il visconte. Un destino creolo per questa donna bella e intelligente, colta e sensibile, ma non potè dare un figlio a Napoleone, motivo per il quale accettò amaramente la separazione e il nuovo matrimonio di Napoleone. La sperazione avvenne non prima di averlo visto incoronare Imperatore in Notre Dame e poi Re d’Italia nel Duomo di MIlano, il 26 maggio dell’anno successivo, cioè nel 1805.
L’agio finanziario permette all’Imperatrice e all’Imperatore di acquistare il Castello della Malmaison nell’aprile del 1799, ma al ritorno della Campagna d’Egitto, il successo del colpo di Stato del 18 brunaio (9 novembre dello stesso anno, capovolge il loro destino. Il 18 maggio del1804 nasce l’Impero e Napoleone vuole una cerimonia fastosa (consacrazione religiosa e cerimonia civile) durante la quale Napoleone incorona Josèphine. Napoleone regnò al suo fino fino al 26 maggio del 1908. Passarono insieme 13 anni. Dopo il divorzio, il matrimonio combinato con Maria Luis d’Austria gli diede un figlio che morì da ragazzo, era soprannominato “l’Aquilotto” e nulla fu fatto dall’Austria per liberare Napoleone da Sant’Elena (1815). Dall’Elba l’anno prima dopo i famosi 100 giorni venne sconfitto a Waterlloo. Tra Napoleone e Josèphine continua una tenera amicizia anche se l’Imperatrice se stava già rifugiando nella moda, nell’arte, nella passione per i gioielli (dallo stesso Napoleone ne ricevette di bellissimi); l’abbandonata Josèphine non si arrende e fa della sua sorte la più fastosa di tutte. I suoi abiti vengono copiati da tutte le corti d’Europa e la sua collezione di opere darte era invidiata ancora di più delle sue vesti. Prud’hont e Appiani la ritraggono, Appiani ritrae anche Napoleone. I quadri portano con la medesima cornice, anche in mostra.Canova, Motta, i celebri architetti Percier e Fontaine realizzano per lei anche importanti mobili a forma di cigno, poltrone e letti avveniristici e classici al tempo stesso, dormeuse, tavolini “guéridou” a ripiani con intarsi di marmo e decorazioni a mosaico, telai per il ricamo, servizi da tavola, da thè, specchi, toilettes portabili, lavandini,comodini alti a colonna, i così detti “sommo”. I tessuti per l’arredo e per i vestiti venivano filati spesso a Lione.
Nell’ultima fase dell’Ancien Règime Josèphine, si occupa dell’arredo delle sue residenze, Navarra compreso. Rèdonté illustra i suoi amati fiori, piante e l’Imperatrice organizza concerti nella bella Sala della Musica della sua dimora con i migliori interpreti dell’epoca. Con il passare degli anni si avvicina ai nipoti della figlia Orthense e di Eugène. Non dimentichiamo che con la sconfitta di Napoleone si rifugia con l’amata figlia a Navarra nel 1814. Al suo ritorno alla Malmaison l’attende inaspettatamente lo Zar di Russia Alessandro, ma durante una passeggiata nel parco del Castello di Saint Leu, residenza della figlia, Josèphine si ammala e muore per una tonsillite acuta. Era il 29 maggio. Il 2 giugno nella Chiesa di Saint Pierre Paul di Rueil, dove i figli hanno fatto erigere una tomba in suo onore, si svolge una funzione maestosa.
Sono passato 200 anni dalla sua morte (1763-1814) e 120 opere importanti arrivano come prestiti da tutto il mondo. Oggi la sua collezione di rose e i suoi studi sugli uccelli, sono rappresentati da disegni e dipinti, ma anche scolpiti su vetro, boccali, anfore dorate, La passione per le scienze naturali e la botanica sono diventati libri ricercatissimi, raccolte pregiate, documenti preziosi di quella Prèmiere Dame France così esile, graziosa nei movimenti, seducente con i suoi capelli castano chiaro e i suoi occhi dolci e vispi, alta solo 163 cm. Un cigno che Napoleone amava più di ogni altra cosa. La dimostrazione che a 200 anni dalla morte continua ancora a fare parlare di sé. La Malmaison è sempre meta di turisti. Per la storia, va aggiunto che Napoleone III era figlio di Hortense nel quale scorreva il sangue di Josèphine. Tanta storia, tanta poesia, mentre a Parigi sono in tournée i Rolling Stones, prima del concerto romano del 22 giugno che mi troverà presente.
La mostra all’Istituto del Mondo Arabo, splendida creatura di Jean Nouvelle è in corso fino al 30 agosto la bella mostra sul Gran Tour e in particolare Le Train Blu, l’Orient Express, tanto amato da scrittori e intellettuali, registi e attori. Nel piazzale dell’Istituto vi sono diverse vetture visitabili e una storica locomotiva. Alla sera si può pure cenare tra lampade e bauli appartenuti a personaggi dell’epoca che amavano raggiungere Istambul da Parigi, passando per le Tra i viaggiatori celebri dell’Orient Express, Freud, Morand, Proust, J. Baker, Graham green, Matha Hari…Il suo inventore fu un belga che nel 1882 diede il via dopo un viaggio in America a questo treno, il più bello, il più bello, il più elegante di tutti i tempi continuatore del Gran Tour iniziato nel Secolo dei Lumi. Oggi si ferma a Vienna e Venezia. Ma sono solo da pochi anni che la sua corsa è stata abolita per ragioni politiche e conflitti negli Stai in cui transitava per raggiungere Insambul. Per l’occasione l?istituto del Mondo Arabo ha organizzato “Les dimanches de l’Orient Express”, una serie di incontri, dibattiti e testimoni, nonché esporti e storici di quel treno sul quali si sono voluti commettere omicidi dalla fantasia di scrittori affascinati da quel tour. I suoi viaggiatori a Istambul, per la maggior parte alloggiavano al Pera Palace, l’albergo che fu anche quartiere generale di Atatourk, il fondatore della moderna Turchia. Sono anni che vado in quell’albergo, ci sono andata con mia sorella, amici, mio marito ancora da fidanzati, ci sono tornata con i miei figli due anni fa e tutto è rimasto un incanto con l’arredo del tempo e la famosa ascensore, la stessa usata(per meccanismi e marca) per salire sulla Torre Eiffel. Una stanza museo è dedicata a Agatha Cristie.