TRIONFA PER CANNES LA GRANDE BELLEZZA

E’ “Con la grande bellezza” che oggi riprendo ancora una volta il mio blog. Perché? Perché non solo è l’unico film italiano in concorso, ma perché è veramente bello e nonostante mi sia persa un film da vedere molto atteso qui a Cannes, ho preferito andare al Gran Hotel Carlton per due fatti, anzi tre. Il primo la conferenza stampa per pochi giornalisti italiani, prima tenuta dal regista Paolo Sorrentino e lo sceneggiatore Alberto Contarella in una deliziosa saletta, poi nella stessa si sono alternati Carlo Verdone e Sabrina Ferilli. Il secondo motivo è che al Carlton (ora in vendita), splendido edificio e hotel che ha fatto la storia di Cannes (come dice Gian Luigi Rondi quando ricorda Cocteau presidente della giuria del Festival, lui poteva avvicinarsi, come altri, parlare, mangiare insieme, anche se non gli confessava mai, da vero professionista , come si stavano mettendo le cose per aggiudicare i Premi). Il secondo motivo è l’evento di beneficenza per “The Heart Fund”. Un milione di bambini all’anno muoiono di malattie cardiache. 50mila solo in USA, 25 mila in Francai, 12 mila sempre in Francia di immigrati, 12mila nei protettorati francesi….5mila cercano un cuore nuovo, altri operazioni per fare si che questo cuoricino batta bene e faccia respirare altrettanto bene. Servono cure e operazioni cardiache, ospedali, medici, attrezzature, denaro. Il 93 per cento dei bambini attendono l’accesso alle cure nei paesi sottosviluppati e l’80 per cento in quelli in via di sviluppo. Madrina dell’iniziativa è Marion Cotillard; per dare una mano possiamo andare su sito www.theharthfound.eu. Il terzo motivo è che, sempre al Carlton c’è una mostra fotografica con dei pannelli esplicativi che raccontano il centenario del Grand Hotel di Cannes, il più amato, il più frequentato dalla mondo del cinema e dal jet set internazionale. Questa importante struttura, oggi, come dicevamo è in vendita e questo mi preoccupa perché come sempre, quando passa di proprietà qualche edificio importante viene rimaneggiato nei suoi arredi interni, spero non nella sua facciata (mi auguro che in Francia ci siano leggi severe); si possono ammirare nelle vetrine fotografie e documenti, coppe, medaglie, oggetti di reali, principesse, ospist iimpotanti che hanno lasciato la loro testimonianza anche sottoforma di doni-ricordo. Cento anni di attività sono tanti, sotto le sue bianche e candide colonne ioniche e lampadari a gocce di cristallo è passata veramente la storia, dagli imperialiali russi alla bella Botero, a Cary Grant e Grace Kelly, Hitchock, i regnanti inglesi, tutti i registi e le grandi dive, pure italiani, feste da ballo, artisti, cantanti, scrittori, paesaggi di un tempo che non tornerà mai più. Insieme troviamo i bei manifesti di grafica disegnati amano delle edizioni del Festival o di Cannes in generale, ma anche dell’albergo prestigioso di cui sto parlando.

Torniamo al primo perché ho voluto assistere alla conferenza stampa dei protagonisti e autori de “La Grande bellezza”. Parlare e fare domande a Sorrentino, conoscerlo da vicino, sentire che ci sono ancora persone “vere”, non atteggiate, spontanee, come lo sono anche Verdone e Servillo o la Ferilli che nonostante se la dia è comunque una persona semplice, schietta, affatto antipatica. Servillo porta un orecchino con un piccolo pendente sul lobo dell’orecchio destro che si nasconde un poco dalle sue lunghe basette, Verdone è di una simpatia inaudita, naturalmente si er fatto male in albergo tagliandosi leggermente un dico ed era tutto incerottato patofobico quanto è. Per farsi crescere i baffi e la barba, Sorrentino ha dovuto lottare, ma poi Verdone lo ha convinto a causa di uan sua allergia alla pelle che era meglio mettersi solo dei baffi finti attaccati con una ceretta ipoallergica. “Ci sono voluti sette giorni perché piacessero a Sorrentino, ne era poco convinto e continuava a modificarlo, un paranoica…è per questo che ci vogliamo bene. E poi la mia Roma l’ha fatta con poche macchine, come la sogno io, ricca di monumenti, dalla Roma Imperiale a quella barocca e settecentesca, intatte con una luce incantevole sia all’alba che al tramonto e persino di notte. Il direttore della fotografia Luca Bigazzi è stato bravissimo.La Ferilli portava un cappotto nero e lungo da inverno inoltrato dal quale sbucavano solo dei bei polpaci e delle belle caviglie abbronzate, nonché dei sandali neri stupendi, Roberto Herlitzka (nel fil, il Cardinale), ha subito dtetto con ironia che è facile quella parte: “basta indossare la veste e poi puoi dire e fare ciò che vuoi”, Pamela Villoresi ha spiegato che è bello stare con amici attori di teatro e che Sorentino è molto esigente ma è un bravo direttore, un perfezionista. Lo stesso Servillo ha detto che lui vive a Caserta che Roma è splendida ma che non ha più veramente bisogno di tuffarsi un un bagno di folla decadente “la lacio ai giovani purchè ci trovino ancora qualche cosa”.

Sorrentino ha detto che ci ha messo due anni a fare questo film, dal pensarlo a scegliere il cast, le scene tutto con occhio già da cinepresa. Per fare l’ultimo quarto d’ora del film, dove Servillo cammina lungo il basso tevere, come se fosse una passeggiata sulla Senna e fa le ultime riflessioni: “Sono arrivato a Roma a 26 anni e volevo diventare il grande mondano che sono stato…. Ora non mi basta più voglio essere il re dei mondani e quello che rovina persino le feste…”. Politici, nobili decaduti, parvenue, criminali d’alto bordo, attori, cineasti, giornalisti, cantanti, prelati, dame della buona società, non fanno una bella figura in questo film dal sapore divertente ma amaro. Gambarella, 65 anni, giornalista dolente e disincantato (Servillo) ò una sorta “anatomia morale da fare venire le vertigini”, ha detto lui stesso. C’era anche il produttore Fabio Conversi per Medusa Film (Indigo Film) e Jérome Seydoux per la Pathé Films, una coproduzione Italia Francia in collaborazione con Canale Plus e Cine Plus e Mediateset Group. Abbiamo chiacchierato anche d’altro con lo stesso staff e fatto fotografie amichevoli. Ma lasciamo la Bellissima e indifferente Roma per dare una bella notizia. Sono state restaurate diverse pellicole da “Plein Soleil” di René Clément del 1960 con Alain Delon, Marie Laforét e Maurice Ronet che verranno proiettato tra due giorni, “La belle et la Bete” di Jean Cocteau del 1946 e tanti altri, ora tutti a colori, grazie a Studiocanal, La Cinematografia Francese, Fonds Culturel, SNC…Un’esposizione è stata studiata per il cinquantenario della morte di Jean Cocteau, mentre a Parigi, a Roma, a Barcellona e a Berlino è in corso una mostra su Pisolini e la sua cerchia. Stiamo parlando di Elsa Morante, Alberto Moravia……

“Only God for give” di Nicolas Winding Refn con l’attore Ray Goslin,(il nuovo Pitt americano si dice) e “My sweet pepper land” di Hiner Saleem (si festeggiano qui i 100 anni della cinematografia indiana), “Weekend of a champion di Frank Simon con la presenza e la cura di Roman polanski & Jackie Stewart; un documentario sulla storia del famoso pilota automobilistico. Altro filnm da vedere è “La vie d’Adéle” di Bechiche.e “Simèon” di Palcy che verrà proiettato finalmente sulla spiaggia, preceduto da un concerto d’Akiyo.


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