TRISTEZZE E TURBE PSICHICHE DI FAMIGLIE DI OPERAI IN DISARMI E UNA CLASSE BORGHESE IN DECOMPOSIZIONE E’ IL CONTENUTO DI TRE REGISTI DI ALCUNI FILM NON SOLO IN CONCORSO. TRA GLI ATTORI UNO SPLENDENDE RUSSELL CROWE E RYAN GOSLIN…
Luciana Baldrighi
da Cannes
Da regista Kiss Kiss Bang Bang ha segnato il nuovo corso di Robert Downey…Iron Man strepitoso….Come se fosse suonata la campanella della ricreazione, il Festival di Cannes dimentica per un paio d’ore tristezze e turbe psichiche (famiglie distrutte, famiglie cannibali, classe operaia in disarmo, classe borghese in decomposizione, passioni sessuali estreme) e regala fuori concorso the Nice Guys, con Russell Crowe e Ryan Gosling nel ruolo di due buoni a nulla, ma capaci di tutto, detectives nella Los Angeles degli anni Settanta. E’ una stana coppia, ma funziona, e poi dietro la macchina da presa c’è Share Black, quello che negli anni Novanta, sceneggiatore poco più che ventenne, rivoluzionò con Arma letale il cosiddetto buddy movie, genere costruito sui tandem attoriali, ma fino ad allora considerato una sottospecie dei film d’azione. Da regista, Black ha filmato Kiss Kiss Bang Bang, che ha segnato il rilancio di Robert Downey jr e, sempre con quest’ultimo protagonista, Iron Man 3, con cui ha incassato tutto il possibile. Insomma uno che sa scrivere e che sa filmare.
E infatti The Nice Guys funziona benissimo in entrambi i sensi. I dialoghi sono efficaci (“nei matrimoni si comincia con l’indebitarsi e si finisce con il detestarsi”, dice Russell Crowe per spiegare la fine del suo), il ritmo dell’azione intenso, piovono cadaveri e saltano per aria parties all’insegna del lusso e del sesso e centri commerciali…L’assenza dell’elemento femminile accentua il lato misogino e cinico del film e garantisce ai due protagonisti un mattatoriato senza distrazioni.
The Nice Guys racconta le indagini seguite alla morte di una diva del porno, in un’America dove la liberazione sessuale va a braccetto con la contestazione: economica, politica, ambientale. Jackson Healy (Russell Crowe) usa il tirapugni come metodo di persuasione, Holland March (Ryan Gosling) ha come clienti soprattutto vecchie signore fuori di testa (“Voglio che trovi mio marito”. “Ma quella non è la sua urna con le ceneri?”. “Infatti da allora è scomparso”). Il primo è una sorta di armadio che cammina ed evita l’alcol perché sa che lo fa sbroccare, il secondo è vedovo con una figlia, si ubriaca al primo bicchiere ed è un fumatore compulsivo. Parlano un po’ come gli eroi dei romanzi di Chandler e di Hammett, ma alle parole non corrispondono quasi mai le azioni.
“Da ragazzino i miei idoli erano Buster Keaton, Charlie Chaplin, Gene Wilder…” racconta divertito Gosling. “Mi affascinava la loro capacità di far ridere giocando sulla goffaggine. La mia carriera ha invece preso una strada completamente diversa, ma l’idea della commedia non mi ha mai abbandonato e qui l’ho potuta sperimentare in pieno. Mi sono divertito e l’intesa con Russell è stata perfetta, cosa che credo si trasmetta sullo schermo”.
Se The Nice Guys ha strappato risate a più riprese, l’altro americano, questa volta in concorso, The American Honey, ha invece immerso la platea in una sonnolenza purtroppo senza requie, viziata com’era dall’assordante musica della colonna sonora. Già la storia era in sé sospetta, un on the road nel Midwest mezzo secolo dopo quello celebrato dai cantori della Beat Generation, i Kerouac, i Ginsberg, i Corso. Qui c’è un gruppo di ragazzi che gira in pulmino e vende porta a morta abbonamenti a riviste di tutti i tipi. Il loro stile di vita è un misto di bevute, training motivazionali, ansia di successo…Dopo quasi tre ore, il film si chiude per stanchezza: visto che ogni giorno somiglia al giorno precedente, tanto vale lasciare i ragazzi al loro destino. Magari domani li ritroveremo tutti notai.