VENEZIA ONORA TINTORETTO CON DUE MOSTRE IN OCCASIONE DEL 5OO esimo ANNO DALLA NASCITA (1519-1594), DA PALAZZO DUCALE ALLE GALLERIE DELL’ACCADEMIA A VENEZIA
Il Ridolfi, noto critico del Seicento, ha creduto di vedere realizzata la sintesi tato auspicata dal Pino, il disegno di Michelangelo e i colori di Tiziano, ma per Tintoretto questa visione non fu mai al centro delle sue idee, l’eclettismo non su così reale e lo si vede dalle opere giovanili come “ Il Miracolo dello Schiavo”, benchè Tintoretto non era proprio alle prime armi. Non a caso le opere giovanili di questo genio veneziano sono alle Gallerie dell’Accademia e le altre a Palazzo Ducale.
La sua attività fu ricostruita dal Palluccini. Visitando la mostra di Palazzo Ducale curata da Robert Echols e Frederich Ilchman con l‘allestimento di Daniela Ferretti. La mostra è nata come una coproduzione che unisce la Fondazione Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art Washington. Sono nati in questo modo gli itinerari “tintorettiani”, come racconta il Sindaco Luigi Brugnaro….un collegamento con le opere di Tintoretto delle Chiese veneziane piu’ note. E’ dal 1937 che la Serenissima dedica una mostra completa di questo grande artista. Un progetto ben studiato e coordinato da Gabriella Belli, la quale ha creato una celebrazione grandiosa per un aristista veneziano.
Splendida la “crocefissione” proveniente dalla Chiesa di San Cassiano, il meraviglioso ciclo della Sala del Gran Consiglio dei Dogi, “Il Matrimonio mistico di Santa Caterina, “Il Battesimo di Cristo”, “Il Paradiso”, “L’autoritratto”, poveniente dal Louvre, “L’Ultima cena”, “Ritratto di donna in rosso”. “la Lavanda dei Piedi” provenie dal Prado, “Cristo e l’Aldultera”, 2Salomone e la Regina di Saba”, la meravigliosa “Strage degli innocenti” Altre opere San Marcuola, la Cappella Contarini…..Un intersecarsi di lavori di grande pregio tra le opere giovanili e quelle della maturità.
All’Accademia è d’obbligo ammirare “La tentazione di Adamo ed Eva” e “La creazione degli animali”, “Autoritratto “, di nuovo, “Uomo con la barba bianca”, “San Giorgio, San Luigi e la Principessa”, “Le Nozze di Cana”, “Tarquinio e Lucrezia”, “ Giuditta e Oloferne”, “Mosè e il serpente di bronzo”…ma la lista è lunga. Passiamo alla critica e alla sua storia.
Artifici compositivi , ricca di dinamica, forza nello scattare il segno, scorci prospetti sintetici. Il dinamismo della pittura tintorettiana è importante tanto quanto il gesti di disegnare e dipingere , il desiderio di non farsi sfuggire le immagini che ha nella mete. Nella Cena di San Marcuola del 1547 la prospettiva del pavimento rende instabile l’equilibrio del gruppo , dando la sensazione di spazio unito alle masse delle figure. Le sorgenti di luce conferiscono un peso corporeo e allo stesso tempo raggi di luce irradiano striature d’ombra. “Il miracolo dello schiavo”, si stacca dalle altre opere per fare emergere il naturale, l’umano dal divino. Il moto interiore di Tintoretto non ha pari. Studia la messa in scena e fa del quadro del “miracoloso”. Nel “Ritrovamente del Corpo di San Marco” (Brera-Milano), troviamo le mille sfumature fulminee e luminose. La prospettiva manieristica come struttura a priori della forma. Intervalli chiaro-scuro, cos’ come nel paesaggio l’arista va dalla proporzionalità al ritmo veloce. Ma nella Scuola di San Rocco a Venezia possiamo ammirare un ciclo di opere , tanto quanto il Paradiso a Palazzo Ducale di Venezia…ma non dimentichiamoci dell’opera in San Giorgio Maggiore, “L’Ultima cena”. “Cristo davanti a Pilato e “Santa Maria egiziana” ci porta a comprendere il paganesimo dell’artista davanti al conformismo devozionale della Controriforma. Il Tasso nella “Gerusalemme” non riprende altro che la poetica dell’Ariosto…Tintoretto sbiadisce la forma e ne fa emergere la sostanza. Fiumi, alberi, rocce e notti incantate, figure umane, carni giovani contro i vecchi Dogi e Patrizi veneziani. Tintoretto si accosta al Tasso nei ritratti anticipandone la lucida concezione della “Storia di Paolo Sarpi”. La luce scava le rughe, il tessuto logoro della pelle si può dire vibrare i peli della barba….la luce rivela spesso il significato morale del “Cristo davanti a Pilato”. Non parliamo di idee astratte ma di esperienza storica che proviene dalla consapevolezza, della conoscenza della del sentimento della libertà religiosa e civile. Mariacristina Gribaudi , presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, ricorda che le mostre chiudono il 6 Gennaio 2019 a Palazzo Ducale così come alle Gallerie Dell’Accademia. A Washington alla National Gallery of Art il sipario su Tintoretto si chiuderà il 7 luglio 2019. Catalogo Marsilio.