UNA VITA SULLE PUNTE. IL BALLETTO DI MOSCA, “LA CLASSIQUE” MOSTRA AL MONDO IL MEGLIO DI QUESTA TRADIZIONE CHE NE PORTA IL PRIMATO
Un vecchio proverbio diceva “Quello che fai il Primo dell’anno lo fai tutto l’anno”. Scegliere di andare a teatro, a un concerto o a vedere un balletto…è sempre una buona cosa. L’arte che sia pittura, scultura, cinema, letteratura, architettura o altro non solo fa sognare o istruisce, ma ci mostra come dalla fantasia ma anche dalla sofferenza possano nascere capolavori che donano felicità”. La scelta quest’anno è caduta su “La Bella addormentata” del Balletto di Mostra in scena al Teatro Carcano di Milano. Le musiche di P.I. Ciaikovskij sono di una potenza e di una forza devastante….il rullare di note e di passi sul palcoscenico ti entra nella mente, ti fa pulsare il cuore, specie per chi la danza l’ha masticata e anche la musica classica.
L’identità dei molteplici personaggi nascosta da costumi coloratissimi e sfarzosi non impedisce di comprendere la bravura di questi cigni. Ogni città visitata dalla compagnia de Il Balletto di Mosca significa cambio di scene e di costumi. E questo da Mosca alla Nuova Zelanda, dalla Gran Bretagna alla Spagna, dalla Cina al Giappone…La coreografia è di Marius Petipa. “La Classique” è stato fondato da Elik Melikov nel 1990. Ruoli e nomi vengono cambiati nella locandina a seconda delle rappresentazioni, ma le ballerine non se la prendono…la Simorova a Milano per esempio è la Tata Aurora…e così via. Regine in scena, il maligno, le fate buone, una cinquantina di personaggi, di artisti bravissimi a sostenere ruoli e muscoli. La fatidica puntura dell’ago del fuso di lana fa addormentare la bella principessa che come tutti sanno verrà salvata dall’incantesimo della Tata Aurora, la fata per eccellenza e grazie al bacio del bel principe un giorno dopo avere dormito anni riprenderà a vivere felice.
Il Balletto di Mosca si è esibito a Milano al Teatro Carcano la sera del 31, la Notte di San Silvestro e il pomeriggio del 1 gennaio 2017. Un augurio per risvegliarsi sotto una nuova luce dove di maligni non dovrebbero più esserci e anche chissà se anche guerre e crisi economiche non si quietino. Le scene, l’allestimento, i drappi, i grandi lampadari e gli abiti molto folcloristici stupiscono in un primo tempo ma non c’è da stupirsi se siano stati quelli scelti quando nel 1889 il compositore Ciaikovskij compone questa sua grande opera da mettere in scena dopo “Il lago dei Cigni” del 1875. “Lo schiaccianoci” è del 1891″. Naturalmente stiamo parlando solo di tre grandi capolavori, i minori, che sono infiniti non li citiamo nemmeno.