UNA VITA SULLE PUNTE SEMPRE CON LEGGEREZZA…ADDIO CARLA FRACCI!!!!

Una vita sulle punte e con tanta leggerezza, volteggiava rapida come se avesse le ali di un farfalla, mi ricordo la festa dei sui 80 anni…spesso eravamo a cena insieme per occasioni speciali, fantastica interlocutrice, educata, elegante, spesso accompagnata dal marito che la fece danzare fino a pochi anni fa.

Addio, dunque all’étoile del Teatro alla Scala di Milano, ma anche regina di tutti i tetri del mondo. Simbolo della sua città, la mia, la nostra. Il tumore che da tempo l’affliggeva se l’è portata via a 84 anni. Questa eterna fanciulla danzante, era stata sul palcoscenico con i piu’ grandi ballerini del mondo da Nureyev a Barisnikov…

Questa prima ballerina , mito della danza classica e simbolo nel mondo di una scuola e di una classe irripetibile. Da ragazzina e poi un po’ piu’ in là negli anni anche io avevo messo scarpette rosa e nere con il gesso…per poi passare negli anni a fare danza moderna con la grande UllaGass, scomparsaa anche lei. Insieme si andava a vedere la Fracci, ma anche con Biki, la grande stilista o meglio sarta, della Callas, gli Amici della Scala e della Lirica la invitavano spesso. La Fracci era spesso presente a grandi feste organizzate anche da Marinella Di Capua per le Onlus da lei create..di beneficienza se ne faceva tanta, Milano aveva il cuore in mano. Questa “stella” fu ospite anche a un mio programma in Rai e non volle alcun compenso, cosa rara già da allora; l’ammiravo, l’ascoltavo e pensavo: se l’avessi avuta come insegnante che bello sarebbe stato…instancabile fino alla fine si aggrappava ogni giorno alle sbarre che aveva anche in un locale della sua casa, non poteva farne a meno. Il suo collo lungo, la schiena eretta, la sua grazia e quelle gambe affusolate, indispesabili per danzare o per essere sollevata in aria dal primo ballerino che la coglieva o in spaccata o mente saltellava veloce come una gazzella attraversando in diagonale il palcoscenico. Dire cosa non ha danzato è difficile…dal Lago dei Cigni alla Bella Addormentata, Giselle, Juliette..Sylphide, Medea. Grande fu la sua interpretazione con Nureyev….Kronstam, Baryshikov, Stefanescu, fino a intrecciare le sue punte con GheorgheLancu, in tempi piu’ recenti anche con Bolle, ma quest’ultimo lo possiamo dire è bravo ma mai ha raggiunto la capacità e la geniatà di queste mostri sacri che ho citato…Tempi moderni…altra classe, altra scuola, altra vita. Non è solo un mio parere ma è la storia che lo dice. Vi ricordate le lezioni di danza che faceva alla tv in bianco e nera la brava esperta, Vittoria Ottolenghi….La fama della Fracci unita alla sua grazia, furono tali che Eugenio Montale le dedicò una poesia “La danzatrice stanca”,  inserito nel “Diario” uscito nel 1973. La Rai le regalò un ruolo importante, di primo piano, nello sceneggiato  di Renato Castellani su Giuseppe Verdi.. Era lei Giuseppina Strepponi , soprano e seconda moglie del grande compositore. Siamo nel 1982. Alla fine degli anni Ottanta dirige il Corpo di Ballo  del Teatro San Carlo di Napoli, dell’Arena di Verona poi e quello  del Teatro dell’Opera di Roma.. Un sodalizio che creò un gerto “gelo” con la Scala.  Questo rapporto fu rinsaldato intorno ai suoi (= anni, parlo con la Scala anche se la Fracci non l’aveva mai abbandonata.  Pensate che due mesi fa la Fracci fu insieme al corpo scaligero, per una “musterclass”su Giselle, uno dei suoi cavalli di battaglia…in Giselle era superba piu’ che mai. Sempre in bianco e sempre accompagnata da suo stile elegante e intelligente. I funerali sabato 29 maggio  nella Basilica di San Marco a Milano alle 1430.

Nel 2013 viene pubblicata la sua autobiografia a cura di  Enrico Rutelli che è servita per una fiction su rai 1 con Alessandra Mastronardi, dal titolo “Carla”. Come “Pina” , ossia Pina Baush, ma qui parliamo di danza moderna e non classica. La danza classica l’hanno inventata i russi, la nacquero le grandi scuole e il Bolscioi di Mosca la sua Cattedrale.

Al Teatro della Scalaportai tre volte mia figlia Martina che da ragazzina tentava di fare danza dopo la scuola, ma non era molto portata, però ammirava la danza, lo spettacolo e alla Scala accanto a me apriva i suoi bei occhi a mandorla sbalordita dal corpo di ballo e da lei, Carla…A mia figlia piaceva anche il Gran ballo dell’Excelsior, le danze sule note di Satie, forse la conobbe a una delle grandi cene ma non ricordo, nel tempo le avo presentato mezzo mondo tra stilisti, politici, scrittori, registi, direttori d’orchestra, conduttori televisivi, attori…sarà un casa che ora fa l’assistente alla regia per film e per Fiction o per pubblicità. La stimo molto..è attenta alle notizie, ama l’arte, il suo lavoro, legge parecchi libri. Sì. Martina Parodi l’ha conosciuta e ho anche una foto che la Fracci l’abbraccia, era piu giovane, ora ha 30 anni. “Volevo nascondermi” il film che racconta la vita del pittore Ligabue che ha vinto il David di Donatello come miglior regia (Giorgio Diritti) e migliore attore, (Elio Germano).

A partire dalle difficoltà del dopoguerra, Carla Fracci ha affrontato il mondo, i palchi “globali”…la Camera ardente nel foyer del  Teatro del Piermarini, la Scala appunto. Questa grande leggenda avrebbe compiuto 85 anni il 20 agosto, (nata sotto il segno del Leone), nacque lo stesso giorno di mia madre che adorava la  Scala e la Lirica in particolare. Il Sovraintendente Dominique Meyer si è subito prodigato perché la danzatrice meneghina avesse cio’ che di piu’ rappresentativo poteva avere e si pensa a una messa in scena di filmati, mostre fotografiche, bozzetti delle scenografia dove aveva danzato, scene di vita, di lavoro, costumi di scena e  altro…. Suo padre faceva il bigliettaio del tram e prima Alpino nella Guerra in Russia, la madre lavorava in una fabbrica, era un’operaia come tante, erano tempi duri quelli. La bambina riusci a entrare alla scuola della scala, alla sua Accademia con la sorella Marisa…Il New York Times la definì “prima ballerina assoluta”. Il suo bel faccino alla Scala conquistò anche la sua severa insegnante, Vera Volkova, era il 1946, quando iniziò il suo ingresso in quel mondo, ma l’esordio e le dure lezioni con la Volkova avvennero a partire dal 1954, l’epoca del diploma. Nel 1955, il suo primo debutto trionfale e già 3 anni dopo divenne l’ètoile della Scala. Un trampolino che la portò verso grandi palchi internazionali, da Londra a Stoccolma, da Parigi a New York; dal 1967 ebbe il ruolo di ospite all’American Ballet. Nel 1967 sposa il  regista Beppe Menegatti, che per tutta la vite le fece da manager, me lo ricordo, portava sempre un cappello a cuculo e degli occhiali dalla forma tonda con la montature scura. Ebbe un figlio, Francesco, un amore indissolubile di vita e di lavoro.

Addio grande leggenda della danza classica….


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